Rischi trasversali sul lavoro: cosa sono e come prevenirli?

che cosa sono rischi trasversali

Nel mondo del lavoro, la sicurezza e il benessere dei dipendenti dovrebbero rappresentare un obiettivo primario per qualunque azienda. Infatti, i pericoli a cui sono sottoposti i lavoratori sono molteplici: tra questi troviamo anche i rischi trasversali. Che cosa sono?

L’ISPELS (l’istituto per la prevenzione e sicurezza sul lavoro) ci offre la seguente definizione:

I rischi trasversali sono individuabili all’interno della complessa articolazione che caratterizza il rapporto tra l’operatore e l’organizzazione del lavoro in cui è inserito. Il rapporto in parola è peraltro immerso in un “quadro” di compatibilità ed interazioni che è di tipo oltre che ergonomico anche psicologico ed organizzativo.

Come intuibile dal testo dell’ISPELS, questa tipologia di rischi comprende diversi aspetti, che in alcuni casi sono difficili da individuare all’interno del contesto aziendale. Proviamo a fare maggiore chiarezza.

Quali sono i rischi trasversali sul lavoro?

La definizione di rischi trasversali identifica tutta una serie di fattori potenzialmente pericolosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Osserviamoli nel dettaglio.

Fattori Organizzativi

I fattori organizzativi comprendono tutto ciò che riguarda la gestione e la struttura dell’ambiente lavorativo. Tra quelli che influiscono negativamente sul benessere dei dipendenti troviamo una distribuzione inadeguata dei compiti, turni eccessivamente lunghi, mancanza di comunicazione chiara e una cultura aziendale negativa: tutti elementi che possono generare insoddisfazione e stress tra i lavoratori.

Tutto ciò non diminuisce solo la produttività, ma aumenta il rischio di incidenti sul lavoro. Tra i fattori organizzativi, in grado di contribuire all’insorgenza di rischi trasversali, vanno annoverati anche l’inefficace gestione delle risorse umane, la mancanza di riconoscimento per il lavoro svolto e la scarsità di opportunità di crescita professionale.

Fattori psicologici e psicosociali

Nella categoria dei fattori psicologici rientrano in particolar modo lo stress da lavoro correlato ed il burnout.

Il primo si verifica quando le richieste lavorative superano la capacità del lavoratore di gestirle. Può essere causato da scadenze pressanti, carichi di lavoro elevati, mancanza di controllo sui compiti assegnati e inadeguato supporto da parte dei superiori o colleghi. 

Lo stress prolungato influisce negativamente sia sulla salute mentale del lavoratore, sia su quella fisica. Infatti, possono scaturire patologie come cefalee, disturbi del sonno e problemi gastrointestinali.

Il burnout rappresenta invece una forma estrema di stress lavoro-correlato, caratterizzato da esaurimento fisico e mentale, che si manifesta attraverso il distacco emotivo dal lavoro e una persistente sensazione di inefficacia professionale. 

Questa sindrome è particolarmente comune in professioni che richiedono un elevato coinvolgimento emotivo, come l’assistenza sanitaria, l’educazione e il lavoro sociale. 

Oltre ai fattori psicologici, i rischi trasversali sul lavoro sono interessati anche dai cosiddetti fattori psicosociali. Questi includono una vasta gamma di problemi, come il mobbing, l’isolamento sociale, i conflitti interpersonali e gli squilibri tra vita lavorativa e privata. Tutte queste eventualità se non adeguatamente gestite, possono determinare gravi danni alla salute mentale dei dipendenti, portando a disturbi come ansia, depressione e disturbi post-traumatici da stress (PTSD).

Fattori ergonomici

 Ultimi, ma non meno importanti fattori correlati ai rischi trasversali son quelli ergonomici, che fanno riferimento all’interazione tra i lavoratori e il loro ambiente di lavoro, compresi i macchinari, gli strumenti e le postazioni lavorative. 

Un’ergonomia inadeguata può portare a disturbi muscoloscheletrici, ovvero una delle principali cause di assenza dal lavoro. Tali disturbi possono derivare da posture scorrette, movimenti ripetitivi, sforzi fisici eccessivi, o da postazioni di lavoro mal progettate. L’ergonomia, quindi, non riguarda solo il comfort dei lavoratori, ma è un elemento di vitale importanza per prevenire infortuni e migliorare la produttività.

Quali sono gli altri rischi presenti sul lavoro?

I rischi trasversali sono solo un risvolto della medaglia dei potenziali pericoli presenti in un ambiente lavorativo. Infatti, il D.lgs 81/08, detto anche Testo Unico sulla Sicurezza, contempla altre due fattispecie di rischi: quelli per la salute e per la sicurezza.

Rischi per la salute

I rischi per la salute si riferiscono a pericoli che possono causare danni diretti alla salute fisica dei lavoratori. Questi comprendono l’esposizione a sostanze chimiche tossiche, agenti biologici, radiazioni e rumore eccessivo. 

Tutte queste situazioni hanno effetti nocivi gravi sulla salute dei lavoratori e si riflettono in malattie professionali come asma, dermatiti, problemi cardiovascolari e cancro.

Rischi per la sicurezza

I rischi per la sicurezza riguardano pericoli in grado di tramutarsi in infortuni o incidenti sul lavoro, come cadute, tagli, ustioni e traumi fisici. Sono spesso correlati all’uso di macchinari pericolosi, all’accesso a luoghi di lavoro in altezza, all’uso di materiali infiammabili o esplosivi e alla mancanza di protezioni adeguate. 

Gli incidenti causati dai rischi per la sicurezza tendono a essere immediati e possono avere conseguenze gravi o fatali.

Come prevenire i rischi trasversali sul lavoro?

La prevenzione e la gestione dei rischi trasversali rappresentano un compito complesso che richiede un approccio integrato e multidisciplinare. Proprio per questo motivo è fondamentale che vengano coinvolte tutte le figure preposte alla sorveglianza sanitaria in azienda, partendo dal datore di lavoro fino al medico competente, al RSPP e al RSL

Las definizione di una strategia di prevenzione efficace dipende dalla redazione in maniera accurata e completa del documento di valutazione rischi (DVR). Attraverso questo strumento essenziale sarà possibile identificare, analizzare e valutare i rischi trasversali presenti nel contesto aziendale. 

Per riuscire in questo intento non certamente semplice è necessario anche coinvolgere direttamente i dipendenti: attraverso questionari, interviste e focus group sarà possibile raccogliere le loro percezioni e preoccupazioni.