Piano di emergenza aziendale, cos’è e chi lo redige?

 chi redige il piano di emergenza aziendale

La sicurezza sui luoghi di lavoro passa anche da una puntuale e precisa redazione del piano di emergenza aziendale (PE). La sua elaborazione non è solo un obbligo previsto dalla legge in determinate circostanze, ma rappresenta un vero e proprio atto di responsabilità per salvaguardare sia la salute dei lavoratori, sia i beni aziendali.

Quindi, quali caratteristiche deve avere un piano di emergenza ed evacuazione? Nelle prossime righe osserveremo tutte le componenti di questo importante documento e ci soffermeremo sulle varie fattispecie in cui è previsto dalla legge.

Cos’è il piano di emergenza ed evacuazione?

Proviamo innanzitutto a fornire una definizione di piano di emergenza aziendale (PE). Si tratta di un documento obbligatorio previsto dal D. Lgs 81/08, detto anche Testo Unico sulla Sicurezza. Al suo interno sono contenute le misure operative e comportamentali da adottare in caso di emergenze sul luogo di lavoro. 

La finalità dei vari piani di emergenza è proteggere la vita dei lavoratori, prevenire danni a strutture e impianti, e coordinare le operazioni di evacuazione in modo ordinato e sicuro. Viene redatto per far fronte a situazioni di pericolo grave e immediato, come incendi, esplosioni, crolli, fughe di gas, allagamenti o calamità naturali.

Dal punto di vista organizzativo il piano di emergenza è un’integrazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Se da un lato il DVR identifica i rischi presenti sul luogo di lavoro, dall’altro il PE entra in gioco nel momento in cui tali rischi si concretizzano, definendo le azioni da intraprendere per ridurre al minimo le conseguenze negative. 

Quando è obbligatorio il piano di emergenza aziendale?

L’articolo 43 del D. Lgs 81/08 definisce con precisione gli ambienti di lavoro per i quali la redazione di un piano di emergenza ed evacuazione risulta obbligatorio. Le fattispecie previste sono:

  • luoghi di lavoro con almeno 10 lavoratori;
  • luoghi aperti al pubblico dove possono essere contemporaneamente presenti più di 50 persone, indipendentemente dal numero di lavoratori effettivamente impiegati;
  • attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco, in conformità con l’allegato I del DPR 151/2011.

Tra quest’ultime rientrano ad esempio quelle attività che trattano materiali esplosivi o altamente infiammabili.

Inoltre, è importante sottolineare che anche nei casi in cui non vige l’obbligo formale di redigere un piano di emergenza, il datore di lavoro è comunque tenuto a indicare nel DVR le misure organizzative e gestionali da attuare in caso di pericolo.

Quali sono le principali emergenze previste da un PE?

Un piano di emergenza aziendale viene redatto quando nei luoghi di lavoro potrebbero verificarsi particolari tipi di emergenze, come:

 

  • incendi: uno dei rischi più comuni e che può derivare da guasti agli impianti elettrici, materiali infiammabili o da un errato comportamento umano;
  • esplosioni: rischi presenti soprattutto in quei contesti industriali che trattano sostanze pericolose;
  • crolli strutturali: vengono valutati in particolar modo nelle aree ad alto rischio sismico; 
  • allagamenti: dovuti a guasti idraulici o a fenomeni atmosferici estremi;
  • fughe di gas con il conseguente rischio di esplosioni e incendi.

Differenza tra piano di emergenza e piano antincendio

A differenza del piano antincendio, che, come facilmente intuibile, si concentra esclusivamente sul rischio di incendi, il piano di emergenza copre tutte le eventualità che potrebbero compromettere la sicurezza. Potremmo in pratica determinare il piano antincendio come uno dei tanti aspetti presi in considerazione dal PE.

Chi redige il piano di emergenza ed evacuazione?

La redazione del piano di emergenza è una responsabilità del datore di lavoro, il quale lo elabora con il supporto del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e degli addetti al primo soccorso e alla prevenzione incendi.

Questi ultimi sono fondamentali al verificarsi dell’emergenza. Infatti, sono figure formate al fine di mantenere la calma nelle situazioni di pericolo e di sovrintendere le operazioni di evacuazione.

Ogni piano viene studiato in base alle caratteristiche specifiche dell’azienda: vengono prese in considerazione le attività svolte, la configurazione degli spazi, il numero di lavoratori e l’eventuale presenza di personale esterno. 

I diversi piani di emergenza servono anche ad individuare precisamente ruoli e responsabilità, in maniera tale che chiunque sappia cosa fare e a chi fare riferimento in caso di emergenza.

Quali parti compongono il piano di emergenza?

I piani di emergenza sono suddivisi in più sezioni che trattano le modalità di gestione dei pericoli e le procedure di evacuazione. Osserviamo da vicino i contenuti principali del documento:

  • azioni da intraprendere in caso di emergenza: il PE specifica le misure per prevenire o limitare i pericoli, con particolare attenzione su come affrontare l’emergenza fin dal suo insorgere e su come riportare rapidamente la situazione alla normalità;
  • procedure di evacuazione: il piano deve indicare le modalità di evacuazione dei lavoratori e di tutte le persone presenti nell’edificio, indicando chiaramente le vie di fuga, i punti di raccolta e la posizione degli allarmi;
  • gestione delle emergenze: sono contemplate al suo interno anche le disposizioni necessarie per contattare i soccorsi e fornire assistenza fino al loro arrivo, come ad esempio le operazioni di primo soccorso;
  • assistenza alle persone con esigenze speciali: il piano deve considerare anche misure specifiche per i lavoratori o visitatori con ridotte capacità motorie, sensoriali o altre condizioni di disabilità;
  • misure specifiche per le aree ad alto rischio: il piano deve definire con precisione le delicate azioni da intraprendere nelle aree aziendali più esposte al rischio, come ad esempio magazzini di sostanze pericolose o zone di lavorazione particolarmente vulnerabili.

L’importanza delle planimetrie del piano di emergenza ed evacuazione

Tra i contenuti del piano di emergenza vanno annoverate anche le planimetrie, le quali devono essere affisse in punti strategici all’interno dell’azienda, dove possano essere consultate facilmente dal personale presente.

Nello specifico la planimetria del piano di emergenza ed evacuazione deve riportare:

  • la destinazione delle varie aree, le vie di esodo e le compartimentazioni antincendio;
  • la posizione degli impianti e delle attrezzature antincendio, come estintori e idranti;
  • l’ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo;
  • i punti di raccolta esterni in cui radunarsi dopo l’evacuazione.

Ogni quanto va aggiornato il piano di emergenza aziendale?

 

Il piano di emergenza aziendale deve essere sottoposto ad una revisione ogni qualvolta vengano effettuate modifiche alle strutture, ai processi produttivi o al numero di lavoratori, in quanto tutti questi aspetti potrebbero influire sul livello di rischio aziendale.

Inoltre, è importante ricordare che in tutti gli ambienti di lavoro soggetti per legge alla redazione del piano di emergenza è obbligatorio eseguire almeno una volta all’anno una prova di evacuazione.

L’andamento della prova va verbalizzato ed i risultati vanno attentamente analizzati per individuare possibili criticità e nel caso migliorare le procedur