Con il passare degli anni diventa sempre più importante salvaguardare la salute del nostro sistema muscoloscheletrico. Nell’ambito di una strategia di prevenzione la visita ortopedica gioca un ruolo fondamentale: non offre solo un percorso verso la diagnosi e il trattamento di lesioni e patologie, ma ci permettere di monitorare le funzionalità dell’apparato locomotore. Rivolgersi ad uno specialista ortopedico significa compiere un passo concreto per migliorare la nostra qualità della vita. Attraverso le sue consulenze e le terapie prescritte sarà possibile gestire al meglio anche alcune condizioni croniche, come ad esempio l’osteoartrite. Nelle prossime righe scopriremo quanto sia importante sottoporsi ad una visita ortopedica e ci soffermeremo sulle tipologie di esami e trattamenti suggeriti solitamente dall’ortopedico. A cosa serve una visita ortopedica? Come abbiamo già evidenziato in apertura di questo articolo, una visita ortopedica non serve semplicemente a diagnosticare lesioni acute o patologie croniche. Questo tipo di valutazione specialistica concorre alla prevenzione di futuri problemi muscoloscheletrici, contribuendo a preservare la mobilità del paziente. Durante una visita, lo specialista ortopedico non esamina solo i sintomi presenti, ma anche lo stile di vita, le abitudini lavorative e sportive del paziente, offrendo consigli su come evitare infortuni futuri e su come migliorare la salute delle ossa e delle articolazioni. Al di là dell’osservazione delle problematiche che determinano una limitazione alla mobilità, la visita ortopedica si concentra sulla diagnosi di una vasta gamma di condizioni, tra cui disturbi degenerativi come l’artrosi, malattie infiammatorie come l’artrite, lesioni da sovraccarico, distorsioni, fratture e condizioni congenite o di sviluppo, come ad esempio la scoliosi. La prevenzione è un aspetto essenziale nelle cure ortopediche. Il medico ha in qualche modo il compito di instradare i pazienti verso l’apprendimento delle pratiche più idonee a mantenere la salute delle articolazioni, migliorare la postura e rinforzare i muscoli, contribuendo così a prevenire l’insorgenza di ulteriori problemi e a gestire meglio quelli già esistenti. I controlli periodici sono particolarmente importanti per gli atleti, per le persone che svolgono lavori fisicamente impegnativi, ed ovviamente per gli anziani, che possono essere maggiormente suscettibili alle lesioni e all’usura articolare. Come prepararsi alla visita ortopedica? Che cosa fare in vista della prima visita ortopedica? In realtà non c’è una vera e propria procedura da seguire, ma semplicemente una serie di raccomandazioni utili per facilitare una diagnosi accurata e una strategia di trattamento efficace. Ecco cosa un paziente dovrebbe preparare prima dell’appuntamento con l’ortopedico: documentazione medica precedente: i referti di precedenti visite mediche, esami diagnostici (come radiografie, TAC, risonanze magnetiche), risultati di esami del sangue, e qualsiasi altro documento che possa contribuire a fornire una visione completa del proprio stato di salute; farmaci: un elenco aggiornato di tutti i medicinali assunti, compresi i dosaggi, per aiutare lo specialista a valutare eventuali interazioni o effetti collaterali che potrebbero influenzare la condizione ortopedica; diario dei sintomi: un resoconto scritto sulla natura del dolore o del disagio, la sua localizzazione, i momenti in cui si manifesta con maggiore intensità, e le attività o le circostanze che sembrano peggiorarlo o migliorarlo. Tutto ciò può aiutare l’ortopedico ad individuare trattamenti specifici per la condizione del paziente. Infine, si consiglia anche di presentarsi alla visita ortopedica in abiti comodi. Infatti, lo specialista potrebbe chiedere al paziente di eseguire semplici movimenti ed esercizi per valutare il grado di mobilità. Come si svolge la visita ortopedica? La visita ortopedica inizia sempre con una conversazione approfondita tra il paziente e lo specialista, nota come anamnesi. In questa fase iniziale, l’ortopedico cerca di raccogliere informazioni sulla storia medica del paziente, sui sintomi attuali, su eventuali trattamenti e interventi chirurgici subiti in passato, e sull’uso di farmaci. Questo dialogo è essenziale per inquadrare non solo il problema immediato, ma anche il contesto generale di salute del paziente. Lo step successivo è costituito dall’esame fisico obiettivo, durante il quale vengono valutati aspetti come la postura del paziente, la mobilità delle articolazioni, la presenza di gonfiori o infiammazioni e la forza muscolare. Attraverso la palpazione delle aree interessate e la valutazione dei riflessi e della capacità di movimento, lo specialista è in grado di identificare segni specifici che potrebbero indicare la presenza di una patologia o di un infortunio. Una volta raccolte tutte le informazioni necessarie, lo specialista elabora una diagnosi differenziale, considerando le varie condizioni che potrebbero spiegare i sintomi del paziente. Questo processo di analisi è spesso supportato da esami diagnostici come radiografie, TAC, ecografie e risonanze magnetiche, le quali consentono una visione dettagliata delle strutture interne del corpo. Sulla base della diagnosi stabilita, lo specialista propone un piano di trattamento personalizzato, che può variare dalle terapie conservative, come la fisioterapia e la modifica dello stile di vita, a trattamenti farmacologici, fino, nei casi più gravi, a interventi chirurgici. Gli esami diagnostici in ortopedia Come abbiamo avuto modo di notare, a seconda dei sintomi e dei risultati dell’esame obiettivo, possono essere prescritti diversi tipi di esami per approfondire la comprensione dello stato di salute del paziente e pianificare trattamento personalizzato. La radiografia è spesso il primo esame diagnostico prescritto in ortopedia. Utilizza raggi X per creare immagini delle strutture ossee, consentendo di identificare fratture, disallineamenti e altri problemi scheletrici con rapidità e precisione. La Tomografia Computerizzata (TAC), invece, offre immagini dettagliate delle strutture ossee attraverso l’uso combinato di raggi X e tecnologia informatica. Fornisce una visione tridimensionale dell’area di interesse, permettendo di analizzare con precisione fratture complesse e patologie ossee. La TAC è particolarmente utile per esaminare in dettaglio la morfologia delle strutture coinvolte in un infortunio o in una patologia. Infine, la Risonanza Magnetica (RM) utilizza campi magnetici e onde radio per produrre immagini dettagliate dei muscoli, legamenti, tendini, e cartilagini. Questo esame è indispensabile per la diagnosi di lesioni dei tessuti molli, problemi articolari e patologie della colonna vertebrale: offre immagini ad alta risoluzione che non sono ottenibili con altre tecniche di imaging. In alcuni casi, possono essere necessari gli esami del sangue o delle urine, i quali aiutano a identificare marcatori di infiammazione, infezioni o altre condizioni sistemiche che potrebbero influenzare l’apparato muscoloscheletrico. Trattamenti ed interventi In seguito alla visita ortopedica lo specialista consiglierà un determinato trattamento a seconda delle condizioni cliniche riscontrate nel paziente. Quali sono i principali interventi nell’ambito dell’ortopedia? Trattamenti Conservativi In linea generale, il primo approccio consiste in trattamenti conservativi, che possono includere riposo, applicazione di ghiaccio o calore, e l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). La fisioterapia rappresenta un’altra componente chiave di questo genere di trattamenti, con programmi personalizzati che mirano a migliorare la forza, la flessibilità e la mobilità, oltre a tecniche specifiche per la gestione del dolore. Iniezioni Per alcune condizioni possono essere utili iniezioni di corticosteroidi o di acido ialuronico direttamente nell’articolazione: tali sostanze permettono la riduzione dell’infiammazione e il miglioramento della funzionalità articolare. Sono particolarmente indicate per le patologie come l’artrosi. Trattamenti Farmacologici Oltre ai già citati FANS, possono essere prescritti farmaci specifici per trattare condizioni sottostanti, come i modificatori della malattia antireumatici (DMARD) per l’artrite reumatoide, o supplementi di calcio e vitamina D per l’osteoporosi, al fine di migliorare la salute delle ossa e prevenire fratture. Interventi Chirurgici Quando i danni strutturali sono significativi ed i trattamenti fin qui osservati non contribuiscono al miglioramento del quadro clinico, non resta che la via dell’operazione chirurgica. Gli interventi possono variare da procedure minimamente invasive e pensate appositamente per le patologie articolari, come l’artroscopia, a interventi maggiori come la sostituzione articolare (artroplastica) in casi di artrosi avanzata. L’obiettivo della chirurgia è di ripristinare le funzionalità dell’apparato muscoloscheletrico migliorando la qualità della vita del paziente. Riabilitazione La riabilitazione è un aspetto irrinunciabile di ogni trattamento, sia esso conservativo o chirurgico. È fondamentale per recuperare la massima funzionalità possibile, ridurre il rischio di ulteriori lesioni e assicurare un ritorno ottimale alle attività quotidiane e sportive. Ogni paziente necessita un approccio personalizzato studiato sui suoi obiettivi e sulle sue esigenze. Al tempo stesso però, è di vitale importanza che egli collabori apertamente con il team di cura, attenendosi alle disposizioni dell’ortopedico e comunicando qualsiasi preoccupazione o cambio delle proprie condizioni di salute. Senza mai dimenticare la prevenzione La prevenzione in ambito ortopedico passa indubbiamente dal mantenimento di uno stile di vita attivo e salutare. L’esercizio fisico regolare aiuta non solo a rafforzare muscoli e articolazioni, ma anche a mantenere il peso corporeo in un intervallo ottimale, riducendo così lo stress su ginocchia, fianchi e schiena. Attività come il nuoto, il ciclismo e la camminata sono spesso raccomandate per la loro efficacia nel migliorare la forza e la flessibilità senza imporre un carico eccessivo sulle articolazioni. Un’altra componente chiave della prevenzione ortopedica è l’ergonomia, soprattutto per chi trascorre molte ore seduto o svolge lavori fisicamente impegnativi. L’adozione di posture corrette durante il lavoro e l’utilizzo di attrezzature ergonomiche possono prevenire lo sviluppo di disturbi muscoloscheletrici come il dolore cervicale e lombare, le sindromi da uso eccessivo e le lesioni da sovraccarico. Altro aspetto da non sottovalutare è quello della nutrizione. Il piano alimentare dovrebbe essere caratterizzato da una dieta bilanciata ricca di calcio e vitamina D, mirata al sostenimento della salute delle ossa. Inoltre, sarebbe opportuno evitare sostanze nocive come il tabacco, responsabile di patologie cardiovascolari e capace di influenzare negativamente anche le ossa. La visita ortopedica è ovviamente un altro elemento che non può essere escluso da una strategia di prevenzione. La valutazione regolare da parte di uno specialista ortopedico può identificare precocemente segni di potenziali problemi muscoloscheletrici, consentendo interventi tempestivi per scongiurare l’aggravarsi delle condizioni. Se sei alla ricerca di un ortopedico esperto e competente rivolgiti al Poliambulatorio Galeno: un team di professionisti è pronto a prendersi cura della tua salute. Scopri tutte le nostre sedi!