Chi più, chi meno, ognuno di noi convive con quelle piccole/grandi macchioline chiamate “nei”. Quando però possono celare un potenziale pericolo per la nostra pelle? Per scoprirlo è necessario affidarsi ad una visita dermatologica per il controllo dei nei, la cosiddetta “mappatura dei nei”. Si tratta di un esame diagnostico che consiste nell’osservazione dettagliata dei nei attraverso strumenti ottici di precisione. Grazie ad esso è possibile effettuare una diagnosi precoce di eventuali tumori della pelle. Nelle prossime righe osserveremo da vicino tutto ciò che serve sapere sui nei, in particolar modo ci focalizzeremo sulle loro possibili variazioni e su quando e come effettuare un controllo specialistico. Che cosa sono i nevi? Prima di approfondire le operazioni che interessano la visita dermatologica, riavvolgiamo il nastro domandandoci: che cosa sono i nevi? No, non è stato commesso alcun errore grammaticale. “Nevi” è il termine medico con cui vengono chiamati i più comuni nei. Sono delle formazioni cutanee benigne generate da un accumulo di melanociti, ovvero le cellule responsabili della pigmentazione della pelle. Questi raggruppamenti possono apparire in varie forme e dimensioni presentando diversi colori, da marrone chiaro a nero. Alcuni nevi sono presenti sin dalla nascita (nevi congeniti), mentre altri si sviluppano con il tempo (nevi acquisiti). Destano preoccupazione quando mostrano una struttura atipica, sia alla vista che sotto esame dermatoscopico. Una valutazione della morfologia esterna dei nei e delle caratteristiche degli strati appena sotto il derma superficiale è essenziale per determinare se la sua natura possa essere sospetta o meno. I nevi sono generalmente innocui, ma è importante monitorarli perché in rari casi possono trasformarsi in melanoma, il quale rappresenta la forma più pericolosa di tumore della pelle, in quanto si metastatizza rapidamente. Questo carcinoma può svilupparsi su un neo preesistente o su pelle apparentemente sana. Quali sono i fattori di rischio del melanoma? Alcuni fattori aumentano il rischio di sviluppare il melanoma. Quali sono? Numero elevato di nei: la presenza di un numero di raggruppamenti di melanociti superiore a 50 può essere considerato come un fattore di rischio che richiede un frequente controllo dei nei per prevenire eventuali tumori della pelle. Storia familiare di melanoma: la familiarità è un importante fattore di rischio. Individui con parenti di primo grado che hanno contratto il melanoma hanno maggiori probabilità di svilupparlo. Fototipi cutanei chiari: persone con fototipo di pelle 1 e 2, caratterizzati da una pelle molto chiara che si scotta facilmente al sole, sono maggiormente soggetti allo sviluppo del melanoma. Ciò accade perché la loro pelle ha meno melanina, il pigmento responsabile della protezione dai danni UV. Scottature solari: le scottature solari gravi, in particolare avvenute durante l’infanzia e l’adolescenza, rappresentano un fattore di rischio riconosciuto. Infatti, possono causare danni al DNA delle cellule della pelle facilitando lo sviluppo del melanoma. Presenza di nei atipici o displastici: i nei con caratteristiche atipiche, come una forma irregolare, bordi poco definiti o variazioni di colore, sono maggiormente soggetti alla trasformazione in melanoma. Come riconoscere i segnali d’allarme? È fondamentale riconoscere fin dall’inizio i segnali di allarme per prevenire la formazionedei tumori della pelle. Il controllo dei nei dovrebbe seguire la regola dell’ABCDE, che potrebbe essere sintetizzata così: asimmetria: i nei benigni generalmente hanno una forma simmetrica. Quando le loro forme variano si accende irrimediabilmente un campanello d’allarme e diviene doverosa una visita specialistica; bordi irregolari: bordi seghettati, frastagliati o sfumati possono indicare la presenza di un potenziale problema; colore non uniforme: le lesioni melanocitarie maligne possono essere caratterizzate da diverse sfumature e disomogeneità di colore; dimensioni superiori a 6 mm: la variazione delle dimensioni, soprattutto se repentina, non va assolutamente sottovalutata; evoluzione o cambiamenti nel tempo: il comparire di prurito, sanguinamento o crostosità in corrispondenza del neo, sono segnali da non ignorare e sottoporre all’attenzione di un dermatologo. Cos’è la mappatura dei nei? Dopo questo primo excursus sui nevi ed i loro potenziali pericoli, cerchiamo di comprendere meglio le modalità con cui viene effettuata la visita di controllo dei nei. La mappatura dei nei è un controllo dermatologico sistematico, mirato a monitorare le lesioni pigmentate presenti sulla pelle del paziente. Questa procedura consente di rilevare eventuali cambiamenti nelle lesioni cutanee nel tempo, confrontando le osservazioni con quelle delle visite precedenti. L’esame si avvale di tecnologie non invasive come l’esame dermatoscopico manuale e la videodermatoscopia digitale. Il primo, grazie alle capacità di ingrandimento del dermatoscopio, permette al dermatologo di esaminare le strutture cutanee al di sotto dell’epidermide, non visibili ad occhio nudo. La videodermatoscopia, invece, utilizza una telecamera a fibre ottiche collegata a un computer per trasmettere immagini ad alta qualità. Questo metodo consente di esaminare con precisione il reticolo pigmentario, la distribuzione della melanina e la vascolarizzazione della macchia, contribuendo significativamente ad identificare lesioni sospette. La mappatura dei nei risulta quindi fondamentale per il rilevamento precoce delle lesioni, come il già citato melanoma, ed in generale per la prevenzione dei tumori della pelle. Come prepararsi alla visita dermatologica di controllo dei nei? Prima di sottoporsi alla mappatura dei nei, è importante seguire alcune linee guida affinché l’esame sia il più accurato possibile. Tra gli accorgimenti pre-visita c’è quello di evitare l’utilizzo di trucco o smalti, in quanto questi potrebbero alterare o coprire l’aspetto dei nei. Idealmente non bisognerebbe neanche programmare la visita in periodi in cui la pelle è particolarmente abbronzata. L’esposizione solare può causare cambiamenti nei nei, che potrebbero complicare l’analisi. Infine, è anche importante segnalare la presenza di macchie nascoste in zone poco visibili, come ad esempio nell’area dei genitali. È bene ricordare che la prevenzione è di gran lunga più importante di eventuali imbarazzi. Ogni quanto va effettuata la mappatura dei nei? La frequenza con cui una persona dovrebbe sottoporsi alla mappatura dei nei dipende da diversi fattori: sarà il dermatologo stesso a determinarla in base ad una valutazione di rischio del paziente. Tuttavia, un soggetto che non presenta particolari anomalie cutanee può sottoporsi al controllo dei nei circa ogni 2-3 anni. Invece i soggetti definiti ad “alto rischio” che presentano nei atipici si dovrebbero rivolgere al dermatologo almeno una volta all’anno. Il controllo regolare dei nei è l’arma più potente per prevenire e diagnosticare precocemente possibili tumori della pelle, come il tanto temuto melanoma. Stabilire periodicamente delle visite dermatologiche ci aiuta a salvaguardare la nostra salute ed a migliorare la qualità delle nostre vite.