Qual è la correlazione tra malattie della pelle e lavoro?

Nei comparti produttivi italiani l’incisività delle malattie della pelle negli ambienti di lavoro è a dir poco sottovalutata. Mentre nel resto dei paesi europei le affezioni cutanee costituiscono tra il 10% ed il 40% delle malattie professionali accertate, in Italia, secondo le fonti INAIL, la media si attesta ad appena l’1,3% sul totale degli infortuni segnalati nel quinquennio 2015-2019.

Come mai la correlazione tra malattie della pelle e lavoro è così sottostimata? Nel nostro paese le diagnosi delle malattie dermatologiche sono spesso associate a fattori extra-professionali. Inoltre, alcune patologie, come ad esempio i tumori della pelle, restano latenti per molti anni e di conseguenza non vengono connesse con le esposizioni professionali avvenute in passato.

Quali sono i settori lavorativi maggiormente esposti alle malattie della pelle?

I comparti lavorativi, in cui le patologie della pelle possono proliferare, sono numerosi. Ancora una volta le statistiche dell’INAIL ci forniscono un quadro generale sulla situazione relativa al mondo professionale italiano. Il settore più soggetto allo sviluppo di malattie cutanee (non cancerogene) è quello delle costruzioni, seguito da quello della sanità e dalle “altre attività dei servizi”.

Quest’ultima denominazione racchiude uno spettro molto ampio di attività lavorative, tra cui le lavanderie, i saloni di barbieri e parrucchieri, istituti di bellezza, laboratori odontotecnici e pompe funebri. In questi tre comparti appena citati si concentrano ben il 45% delle malattie della pelle correlabili agli ambienti di lavoro.

Anche negli altri settori produttivi si riscontrano percentuali piuttosto rilevanti: nell’Istruzione il 7% degli infortuni sul lavoro è caratterizzato da affezioni cutanee, mentre nel settore chimico e nell’automotive la stima scende rispettivamente al 5% e al 4%.

Come si sviluppano le lesioni cutanee?

Come già accennavamo in apertura di questo articolo, le lesioni cutanee impiegano diverso tempo per emergere. Infatti, esse si sviluppano quando i lavoratori sono soggetti per lunghi periodi all’esposizione di agenti chimici e fisici.

Le principali malattie della pelle negli ambienti di lavoro si presentano soprattutto tra i dipendenti che svolgono le proprie attività in contesti umidi o bagnati, così come tra quelli che maneggiano frequentemente sostanze chimiche (resine epossidiche, sali metallici, profumi e conservanti).

A tutto ciò si aggiungono anche gli agenti fisici, come il calore, il freddo, la luce ultravioletta, il laser e le radiazioni ionizzanti. Anche il comparto alimentare non è indenne dalle reazioni cutanee. Infatti, il contatto con sostanze vegetali, come ad esempio piante esotiche, fiori ed alcuni tipi di verdure, può dare origine ad irritazioni ed eczemi. Lo stesso può accadere per il contatto con agenti microbici, come virus, batteri o funghi contenuti negli alimenti.

Quali sono le patologie della pelle più diffuse negli ambienti di lavoro?

Dopo aver osservato le principali cause all’origine dell’affezioni cutanee, soffermiamoci un attimo sulle modalità in cui si presentano le malattie dermatologiche e su come riconoscerle.

Dermatite irritativa da contatto (DIC)

Questo genere di dermatite rappresenta la patologia della pelle più diffusa. Come fa intuire la denominazione stessa, la reazione cutanea si sviluppa attraverso il contatto con un agente chimico irritante, il quale genera rapidamente un’infiammazione della pelle.

I lavoratori più soggetti a tale lesione cutanea sono i parrucchieri, gli estetisti, gli infermieri, addetti del settore chimico e metalmeccanico ed operai del settore edile.

Dermatite allergica da contatto (DAC)

A differenza della dermatite irritativa, questa patologia può restare latente per settimane o addirittura anni senza mostrare alcun segnale di preavviso. L’affezione cutanea è dovuta al contatto con alcuni allergeni, in particolar modo i metalli ed i loro composti (come ad esempio il cromo, il nichel ed il cobalto), così come altri allergeni come il lattice e il veleno di alcuni insetti aculeati.

Orticaria da contatto

Anche l’orticaria da contatto è generata appunto dal contatto con un agente chimico. Si tratta di una risposta immunitaria del nostro corpo che porta nel giro di un’ora alla formazione di pomfi e prurito. Nelle forme più gravi, può estendersi velocemente alla cute di tutto il corpo e alle mucose della bocca e delle vie respiratorie, provocando uno shock anafilattico.

La reazione pomfoide può essere accompagnata dalla rinite allergica, dalla congiuntivite e dall’asma.

L’orticaria allergica può essere causata da pesci, carni, uova, piante, ma anche dal lattice ed insetti. Non a caso, la malattia dermatologica colpisce soprattutto gli addetti alla ristorazione ed i lavoratori outdoor, come ad esempio gli addetti alla manutenzione del verde.

Acne professionale

Dal punto di vista estetico l’acne professionale è molto simile a quello giovanile: si contraddistingue per la comparsa di papule e pustole fastidiose e dolenti. L’origine della versione professionale è però totalmente differente. Infatti, questa malattia della pelle si sviluppa attraverso il contatto con oli e grassi industriali derivati dal catrame.

Malattie da batteri

Lo Streptococcus e lo Sthaphylococcus colonizzano gli ambienti sporchi. Questi microrganismi causano microtraumi alla pelle favorendo l’ingresso dei batteri e causando infezioni. Queste particolari malattie dermatologiche possono essere contratte anche lavorando a contatto con persone infette o immunodepresse.

Tumori della pelle

I tumori della pelle chiudono questa carrellata di patologie. Come si formano? I composti organici complessi e miscele (ad esempio i prodotti della distillazione del catrame) espongono i lavoratori a continue irritazioni che nel lungo periodo possono originare papillomi e purtroppo tumori maligni.

Anche in questo caso i lavoratori outdoor esposti ad agenti chimici e fisici in maniera prolungato e senza adeguata protezione (in particolare quelli esposti alle radiazioni UV), come gli asfaltisti, i pescatori e gli edili, risultano particolarmente a rischio.

L’importanza della prevenzione

La riduzione delle malattie della pelle sui luoghi di lavoro passa irrimediabilmente da una capillare azione di prevenzione ed anche da una maggiore consapevolezza dei danni che certe patologie possono comportare.

Per riuscire in questo intento il ruolo svolto dalla sorveglianza sanitaria diventa fondamentale. Il medico competente, oltre che predisporre tutte le misure di prevenzione e protezione necessarie, dovrebbe incidere anche sulla scelta dei prodotti utilizzati nell’azienda effettuando un’indagine sulla loro composizione e sulle modalità d’uso da parte dei lavoratori.

Come abbiamo avuto modo di osservare nei paragrafi precedenti, le principali patologie della pelle sono costituite da dermatiti da contatto. Proprio per questo motivo è più che mai fondamentale utilizzare sempre i dispositivi di protezione.

Il fenomeno delle malattie cutanee nei vari settori produttivi non va assolutamente sottovalutato: è necessario stabilire nuove strategie preventive per ridurre sensibilmente l’incidenza di certe patologie.