Nelle aziende in cui i lavoratori sono esposti a potenziali rischi per la propria salute è tanto fondamentale quanto obbligatorio attenersi alle disposizioni prescritte dalla sorveglianza sanitaria obbligatoria (D. Lgs 81/08). Negli ambienti di lavoro la figura preposta a tale funzione è il medico del lavoro. Ma come si diventa medico competente? Quale percorso di studi bisogna intraprendere per svolgere questa importante mansione? Come si diventa medico competente? Il datore di lavoro può selezionare un medico del lavoro tra i liberi professionisti, tra i dipendenti e collaboratori di una struttura pubblica o privata oppure tra i dipendenti della sua stessa azienda. L’importante è che la figura individuata sia in possesso dei titoli e dei requisiti indicati dall’art. 38 del Decreto Legislativo 81/08. Nello specifico il decreto, detto anche Testo Unico sulla Salute e Sicurezza del Lavoro, sottolinea il percorso formativo che caratterizza il ruolo del medico competente. Come nella maggior parte delle professioni sanitarie, la carriera accademica di un aspirante medico del lavoro è piuttosto lunga ed impegnativa. Osserviamo allora nel dettaglio come si struttura il suo iter formativo. L’iter formativo per diventare medico del lavoro Il primo step per diventare un medico competente è conseguire la laurea in Medicina e Chirurgia. Il percorso universitario ha una durata di ben 6 anni costellati da circa 36 esami. Inoltre, la frequenza delle lezioni è obbligatoria. Il corso di studi risulta particolarmente impegnativo anche per la presenza dei cosiddetti “sbarramenti”. Si tratta di alcuni blocchi imposti dal Consiglio di Laurea che vengono collocati generalmente tra: il primo e il secondo anno; il terzo e quarto anno; il quinto e il sesto anno; Per superare gli sbarramenti è necessario aver superato il numero di esami previsto entro la fine dell’ultima sessione disponibile dell’anno accademico in corso. Nello specifico è necessario: aver passato almeno 4 esami del primo anno per iscriversi al secondo; aver superato tutti gli esami del primo e del secondo anno, più due esami del terzo per iscriversi al quarto; aver superato tutti gli esami del primo, del secondo, del terzo, del quarto, più due esami del quinto per iscriversi al sesto anno. Chi non supera lo sbarramento non può iscriversi all’anno successivo finché non consegue il numero di esami stabiliti dal Consiglio di Laurea. Ovviamente, oltre alla frequenza delle lezioni, è obbligatorio svolgere una serie di tirocini formativi direttamente in reparto. Infine, una volta conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia è necessario affrontare l’Esame di Stato per ottenere l’iscrizione all’albo dei Medici e la conseguente abilitazione all’esercizio della professione. Le specializzazioni necessarie per svolgere le funzioni di medico competente Come si diventa medico competente? Una volta conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia il percorso accademico prosegue con l’iscrizione alla scuola di specializzazione in Medicina del Lavoro. Per accedervi è necessario superare un bando di ammissione. La scuola di specializzazione in Medicina del Lavoro ha una durata di 4 anni. Durante questo periodo la formazione dello studente verte sull’acquisizione di conoscenze relative alla chimica, alla tecnologia, ai sistemi di lavorazione, all’ingegneria sanitaria ed ambientale e alla tossicologia. A tutto ciò si aggiunge lo studio della metodologia epidemiologica per la sorveglianza ed il controllo delle malattie e degli infortuni negli ambienti di lavoro, così come lo studio di tutte le normative in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori. Al termine della specializzazione, l’aspirante medico del lavoro deve aver sviluppato le competenze essenziali per valutare in autonomia tutti i potenziali rischi presenti in un’azienda e di conseguenza, per elaborare ed applicare modelli di prevenzione e promozione della salute nei luoghi di lavoro. Le specializzazioni alternative alla medicina del lavoro Nella riflessione su come diventare medico competente possono essere presi in considerazione alcuni percorsi alternativi: si tratta delle scuole di specializzazione in Medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica, quella in Igiene e medicina preventiva ed infine quella in Medicina Legale. Per quanto riguarda le ultime due scuole di specializzazione indicate va fatta una precisazione. Infatti, il comma 2 dell’art. 38 del D. Lgs 81/08 stabilisce che coloro in possesso del titolo di specializzazione in Igiene e medicina preventiva o di Medicina Legale, devono integrare i propri titoli con un percorso formativo universitario specifico definito direttamente dal Ministero dell’Università e dal Ministero del Lavoro. La specializzazione è sempre obbligatoria per il medico del lavoro? Esistono alcuni casi particolari in cui il medico del lavoro può esercitare la professione senza aver conseguito una delle specializzazioni sopra elencate. Quali sono? Il comma 1, lettera C, dell’art. 38 del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza del Lavoro, stabilisce l’idoneità allo svolgimento del ruolo di medico competente anche ai laureati in Medicina e Chirurgia che hanno ricoperto il ruolo di medico del lavoro per almeno 4 anni prima dell’entrata in vigore del decreto. Questi devono presentare la documentazione attestante la loro attività passata direttamente all’Assessorato regionale alla Sanità, il quale certificherà o meno l’idoneità del richiedente ad esercitare la professione di medico competente. La docenza in medicina del lavoro Un’ulteriore alternativa alla scuola di specializzazione è rappresentata dalla docenza. Infatti, anche il titolare di una cattedra in medicina del lavoro o medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica può ricoprire il ruolo di medico competente. Il decreto considera equivalenti anche le docenze in tossicologia e igiene industriale, così come quella in fisiologia e igiene del lavoro o in clinica del lavoro. L’obbligatorietà dei corsi di aggiornamenti Una volta terminati con successo i vari percorsi formativi e di specializzazione utili per diventare medico del lavoro è infine necessario iscriversi all’elenco ministeriale dei medici competenti. Tuttavia, la formazione non si esaurisce qui. L’ultimo step è infatti rappresentato dalla partecipazione ai corsi di aggiornamento. Il comma 3 dell’art.38 del D. Lgs 81/08 sottolinea l’importanza di prender parte al programma triennale di Educazione Continua in Medicina. Istituito nel 2002, il programma è diventato obbligatorio per le varie professioni legate al mondo della sanità. Il medico competente durante il triennio deve acquisire almeno il 70% dei crediti formativi rilasciati nell’ambito della “Medicina del lavoro e sicurezza degli ambienti di lavoro”. L’osservanza del codice internazionale di etica Un aspirante medico del lavoro, oltre a completare il lungo iter fin qui raccontato, ha il dovere e l’obbligo morale di far propri i principi del codice internazionale di etica (codice ICOH). Quest’ultimo definisce in maniera chiara e precisa gli obiettivi della medicina del lavoro: proteggere e promuovere la salute dei lavoratori; sostenere ed incrementare le loro capacità lavorative; istituire e mantenere un ambiente di lavoro salubre per tutti; promuovere l’adattamento del lavoro alla capacità dei lavoratori tenendo sempre ben presente il loro stato di salute; aiutare i lavoratori ad ottenere e mantenere il proprio posto di lavoro, nonostante siano affetti da handicap o problemi di salute.